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Pippo non lo sa…peva!

PIPPO NON LO SA...PEVA!

La canzone italiana nel ventennio tra storie strappalacrime, donne perdute, centoni e canzoni d’avanspettacolo

con Francesco Burroni (voce) Silvano Borselli (chitarra) Andrea Castelli (basso) – Giovanni De Rubertis (piano e fisa)

Nonostante tutte le difficoltà del vivere di quel periodo con la miseria, le malattie, le guerre, il fascismo ecc. la canzone italiana di allora viveva un periodo di grande vitalità. Il repertorio è assai vario, si va dalle canzoni strappalacrime, dove spesso è la donna ad essere idealizzata al contrario, o perché mamma sciagurata (“Balocchi e profumi”) o perché perversa e crudele (“Vipera”) o perché donna perduta, come le tante prostitute che popolano i testi di questo periodo (“Noi siam come le lucciole”) e poi il dramma dell’emigrazione (“La porti un bacione a Firenze”) e la nostalgia sempre presente (“Signorinella”). Ma oltre a queste piccole tragedie per musica c’è anche spazio per un mondo falso e caramelloso di esaltazione della natura e della campagna tanto caro al fascismo che cercava così di indorare la pillola per coprire altre nefandezze. C’era poi tutto il repertorio comico, ironico e a doppio senso di quella forma di teatro che prese via via vari nomi: varietà, caffè chantant, avanspettacolo. Fare la storia della canzone di questo periodo è un po’ come fare la storia d’Italia e della società di allora. Interessante è vedere come molti testi di canzoni venivano poi censurate per vari motivi dal regime fascista perché vi si scopriva una qualche pur se varia allusione di critica come “Pippo non lo sa” o “Maramao perché sei morto”, considerate offensive per qualche gerarca fascista, o “Abbassa la tua radio per favor” perché considerata invito ad ascoltare le trasmissioni proibite di Radio Londra, “Vieni c’è una strada nel bosco” vista come segreto invito ad unirsi ai partigiani. Un capitolo a parte meritano poi i centoni, parodie su melodie conosciute sui quali i cantastorie e altri autori veicolavano altri testi, piccoli ma significativi episodi di resistenza al fascismo.