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Quella gente vana

Quella gente vana

follia e pazzia di una città da Dante a Basaglia

di e con Francesco Burroni

in collaborazione con

Ist. Storico della Resistenza Senese e dell’età contemporanea “Vittorio Meoni”

Il progetto di spettacolo è nato in occasione del convegno “Un OP di nome San Niccolò, Storia e memoria della psichiatria senese a 50 anni dalla legge Basaglia” organizzato dall’ Istituto Storico della Resistenza Senese del 2018. Nel racconto si intrecciano alcuni elementi autobiografici dell’autore, le memorie del padre, Livio Burroni, che ha lavorato al San Niccolò dal 1945 al 1981 e altre testimonianze letterarie e storiche che riguardano il rapporto della città con la pazzia e la follia, ed è proprio sulla differenza tra questi due termini che si centra il racconto: follia come creatività fuori dagli schemi ordinari, pazzia come malattia mentale e sofferenza.

La storia parte dal medioevo quando Dante nella Divina Commedia bolla i senesi come “gente vana” e Boccaccio ne deride gli ingenui abitanti in una sua novella, entrano poi in scena alcuni personaggi considerati fuori dalle regole: santi, eretici, streghe, giullari ecc. e si descrivono le feste in cui la Pazzia era esaltata come momento fondamentale per la vita della città senza la quale non ci sarebbe stata l’allegria e le feste del Carnevale.

A questo si intreccia la storia del manicomio di Siena, dalla sua fondazione come “Ospedale de’ pazzarelli” fino alla sua chiusura con la legge Basaglia, la storia di famosi psichiatri che hanno avuto qualche relazione con la città e il racconto di vita di qualche paziente che soggiornò nell’istituto.

La struttura dello spettacolo è un mix tra racconti, canzoni e poesie e alterna momenti più drammatici ad altri più leggeri e ironici.

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